Gambero di fiume

Classe: Crustacea

Ordine: Decapoda

Famiglia: Astacidae

Il gambero di fiume europeo (Austropotamobius pallipes, Lereboullet 1858) è un piccolo crostaceo d'acqua dolce, della famiglia degli Astacidae. In Italia è presente la specie Austropotamobius italicus (Faxon, 1914), a sua volta differenziata in quattro sottospecie: Austropotambius italicus carinthiacus nell’Italia centrale e nord-occidentale, l’Austropotambius italicus carsicus nel Nord-Est, l’Austropotambius italicus italicus nell’Appennino tosco-emiliano, l’Austropotambius italicus meridionalis nell’Italia centro-meridionale e nel Friuli Venezia Giulia. La loro presenza è un indicatore molto attendibile della salubrità e integrità dell'ambiente.

In molti paesi europei viene soprannominato "Gambero dai piedi bianchi" per la caratteristica colorazione degli arti e del ventre, in contrasto col resto del corpo che si presenta dal bruno rossiccio fino al verde scuro, a volte con tinte più chiare vicine al giallastro. Ha un corpo particolarmente tozzo ed un carapace robusto; può raggiungere gli 11–12 cm di lunghezza e i 90 g di peso. I maschi sono più grandi delle femmine.

Alimentazione ed Abitudini

Il gambero è fondamentalmente un animale solitario con tendenze territoriali più accentuate negli esemplari di sesso maschile, soprattutto in concomitanza del periodo riproduttivo, il quale aumenta anche la propensione agli spostamenti in entrambi i sessi. Si dimostra particolarmente aggressivo nella difesa del suo territorio e nelle lotte sessuali, come dimostrano le catture di esemplari con arti o chele parzialmente o totalmente mutilate.

Hanno abitudini marcatamente crepuscolari e lucifughe, sebbene non possano essere definiti prettamente notturni. Si trovano in acque correnti limpide, ben ossigenate e moderatamente fredde, tipiche dei piccoli corsi d’acqua montani-collinari, nonché in quelle dei tratti alti dei grandi fiumi. Si possono trovare anche nei laghi, purché questi ricevano un apporto costante di acque fresche.

Essendo un organismo a sangue freddo, predilige le acque fresche con un optimum vicino ai 15 °C e un range che si discosti di pochi gradi, sopportando al massimo la temperatura di 23 °C.

 

La dieta è onnivora: il gambero si nutre di prede animali di ogni genere (larve acquatiche di insetti, piccoli crostacei bentonici, molluschi, anellidi, anfibi e loro larve, piccoli pesci) non disdegnando detriti vegetali, foglie di piante acquatiche o frutti caduti in acqua. I gamberi più tendono alla zoofagia, mentre gli adulti sono generalmente detritivori. Inoltre non sono rari i casi di cannibalismo.

Socialità e rapporti con l'uomo

L’accoppiamento avviene in autunno, al diminuire della temperatura dell’acqua; è preceduto da un corteggiamento piuttosto complesso, al termine del quale il maschio afferra la femmina con le chele e la ribalta sul dorso; aderendo al torace della femmina e fecondandola.

La femmina porta sull'addome per 5-6 mesi le uova fecondate (che possono essere in numero variabile tra 30 e 100), prendendosene cura, ventilandole e pulendole continuamente. In primavera esse schiudono, ma le piccole larve rimangono ancora per qualche tempo aggrappate al corpo materno.

 

I gamberi di fiume devono sfuggire continuamente a numerosi predatori che, come l'uomo, ne apprezzano le carni. In particolare le larve sono spesso oggetto di cattura da parte di altre larve grandi cacciatrici, come quelle dei coleotteri che si nutrono in acqua come i ditiscidi, o delle libellule, anch'esse particolarmente voraci allo stadio larvale, che possono predare persino i piccoli gamberetti. Tra i pesci vanno ricordati la trota, il persico sole, il persico trota, l'anguilla ed il cavedano.nAnche i corvi oltre a molti uccelli trampolieri si cibano di questi gamberi.

La specie è considerata in pericolo in base ai criteri della IUCN red list. I fattori che più ne minacciano la sopravvivenza in Italia sono:

-la presenza di Crostacei esotici (cioè non autoctoni) introdotti dalle attività umane, in particolare sfuggiti ad allevamenti e che comportano competizione per le risorse e l’introduzione di malattie sconosciute alla specie autoctona e quindi molto meno tollerate.

-l’inquinamento organico che diminuisce il tenore di ossigeno nelle acque, rendendo impossibile la presenza del gambero

-l'inquinamento inorganico dovuto principalmente ai metalli pesanti contenuti negli anticrittogamici.

-la pesca al gambero di fiume, che sebbene sia vietata, non è del tutto bloccata. Il sovrasfruttamento della specie si traduce nel cosiddetto effetto a “collo di bottiglia”, ovvero la diminuzione della diversità genetica in una popolazione in seguito alla drastica riduzione del numero dei suoi individui, per cui la sottospecie italiana Austropotamobius pallipes italicus è a forte rischio di estinzione ed in molte zone non è più stata rintracciata. Ai fattori sopra elencati, si aggiunge quindi un pericoloso frazionamento dell'areale e delle popolazioni che potrebbe portare ad un indebolimento genetico e ad una rapida estinzione in Italia.

gambero di fiume
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